Mentre eravamo riuniti con gli amici a festeggiare, ci siamo trovati ad assistere ad uno spettacolo eccezionale. Più di due ore ad ammirare (la lontananza del temporale ce lo consentiva…) un susseguirsi di saette all’orizzonte ad una frequenza incredibile che il video, girato solo verso la fine dello “spettacolo”, non rende al meglio la realtà vissuta. Alcune immagini però sono scatti fortunati e spettacolari di sfavillanti momenti, forse non altrettanto apprezzati dalle imbarcazioni nelle vicinanze…!
La festa si basa su una leggenda religiosa che narra di una
ragazza sconosciuta che chiese ad un contadino di accompagnarla con il proprio
carro nella città di Matera e, una volta giunti, prima di tramutarsi in statua
e rivelarsi essere la Madonna, sussurrò al contadino di voler rinnovare ogni
anno il ritorno nella sua città.
Altra leggenda che si perpetua, questa volta pagana, è
quella che narra della spoliazione del carro da tutti gli addobbi benedetti per
evitare che gli infedeli saraceni,
temuti come potenziali saccheggiatori, se ne potessero impossessare.
La festa inizia alle cinque del mattino con la santa messa
all’aperto in piazza San Francesco D’Assisi per poi proseguire con la
processione dei pastori e con l’antico quadro della Vergine, dipinto su rame,
che viene portato in tutta la città ed annunciato da file di botti esplosi in
segno di festa.
In tarda mattinata la statua della Madonna viene portata in
processione dalla Cattedrale alla parrocchia di Piccianello dall’Arcivescovo
con tutto il clero al seguito, scortati da ufficiali, i “Cavalieri”
della Bruna, armati di sciabola ed agli ordini del proprio Generale, vestiti in
costumi d’epoca e in sella a cavalli con bardature da parata.
Nel tardo pomeriggio, il carro, addobbato con immagini in
cartapesta e su cui viene issata la statua di Maria Santissima della Bruna,
percorre le vie centrali della città, effettuando il percorso inverso rispetto
alla processione della mattina; giunto in Cattedrale compie tre giri rituali
della piazza in segno di presa di possesso della città da parte della Protettrice,
e subito dopo, la statua della Madonna viene fatta scendere dal carro per
essere deposta in Cattedrale.
il carro, benedetto al mattino dall’Arcivescovo, una volta privato
della statua della Madonna viene scortato fino in piazza, dai cavalieri della
Bruna e da volontari, gli “Angeli del carro”, che circondano lo stesso armati
di nervo di bue per evitare che giovani impazienti lo spoglino prima
dell’arrivo a destinazione, dove ci sono migliaia persone ad attenderlo.
Gli assalitori, da parte loro, tentano di consumare lo
“Strazzo” del carro (lo spoglio dello stesso), con grande irruenza lungo tutto il
percorso, per impossessarsi di un pezzo di “reliquia benedetta” che porti
prosperità per l’anno a venire.
Alla fine, del carro resterà solo lo scheletro e l’anno
successivo un nuovo carro verrà progettato e costruito.
La festa della Bruna termina a notte fonda con l’esplosione
dei fuochi pirotecnici che illuminano la Gravina ed i Sassi di Matera.
“A mmogghjë a mmogghjë all’onnë cë vahnë” (sempre meglio
l’anno venturo), è l’augurio finale dei materani per una festa sempre più
bella.
Curiosità:
I Cavalieri appartengono all’Associazione dei
Cavalieri della Madonna delle Bruna e nominano a vita, scelti tra loro, il
proprio Generale e il suo vice.
In carrozza salgono il Generale e il Presidente
della festa, quest’ultimo nominato dall’Associazione della Festa della Madonna
della Bruna
I muli che traineranno il carro vengono selezionati
tra quelli presenti nella provincia
All’auriga (il guidatore del carro) viene
assegnato il manufatto in cartapesta, soprastante la parte anteriore del carro,
che gli viene consegnato prima dell’assalto finale
L’Associazione della Madonna della Bruna indice
annualmente un concorso per la realizzazione del carro e ne assegna il compito ai
presentatori del progetto ritenuto migliore
La statua della Madonna delle Bruna, con in
braccio il Bambin Gesù, viene portata in posizione, in alto sulla parte
posteriore del carro, attraverso un sistema di sollevamento interno allo stesso.
Quando si acquisisce una parentela possono nascere nuove opportunità di visitare luoghi che, altrimenti, se non spinti da altri interessi, non avresti modo di visitare, perché semplicemente sconosciuti ovvero lontani da raggiungere.
Fortuna ha voluto che la parentela acquisita, nel caso in parola, è originaria non solo di una cittadina molto interessante ma addirittura di quella che è recentemente diventata “capitale europea della cultura”.
Quale occasione migliore, quando ospiti in tale capitale, di poterne cogliere le caratteristiche paesaggistiche e arricchire il proprio bagaglio culturale, apprendendone le tradizioni e le usanze.
Guardando i colori di Matera si propende ad attualizzare e ricomprendere nell’insieme un contesto che invece appartiene ad un passato molto più umile e sacrificato.
Forse, guardando con occhio diverso tali contesti, ci si avvicina all’evoluzione che è andata da una vita radicata alla terra, protetta da mura indistruttibili, scandita da sacrifici giornalieri, fatti di salite e discese per raggiungere i luoghi di lavoro aiutati dai muli per il trasporto di masserizie, a quella dei nostri giorni, fatta di ascensori e comodi mezzi di trasporto …